Scambio sul Posto: Cos’è e Come Funziona con il Fotovoltaico

Chi decide di investire sulle fonti di energia rinnovabili spesso non riesce a comprendere tutti gli aspetti e le caratteristiche che le contraddistinguono dai normali sistemi di alimentazione. Il fotovoltaico, ad esempio, è probabilmente la forma di energia rinnovabile per uso domestico più diffusa, eppure chi lo adotta non riesce sempre a sfruttare tutti gli incentivi ed i meccanismi ad esso connesso. Uno di questi è il cosiddetto scambio sul posto, una pratica sviluppata negli ultimi anni in Italia che, a causa di continue modifiche normative e di una mancanza di informazioni precise, resta qualcosa di ignoto ai più. Se sei interessato all’argomento, o se sei semplicemente curioso di capire il funzionamento di questo meccanismo, proveremo a fare un po’ di chiarezza sull’argomento.

In cosa consiste lo Scambio sul Posto

Per capire quale meccanismo si nasconde dietro quello che definiamo “scambio sul posto” occorre precisare un passaggio fondamentale, che ti risulterà molto utile se stai pensando di abbracciare l’idea del fotovoltaico per i tuoi consumi domestici. Devi sapere, infatti, che in alcuni momenti della giornata o per una serie di circostanze che dipendono anche dalle abitudini personali, l’energia prodotta dal tuo impianto fotovoltaico spesso è in eccedenza rispetto a quella destinata all’autoconsumo. In una situazione di questo tipo, ovvero in cui l’energia prodotta dall’impianto non trova richiesta nella domanda domestica, essa viene immessa nella rete elettrica e fatturata tramite un contatore di scambio.

Grazie a questo secondo contatore, che affianca quello che regola i consumi interni, è possibile quantificare in maniera esatta la quantità di energia elettrica che il tuo impianto mette a disposizione della rete. Viceversa, in alcune circostanze l’energia prodotta “internamente” con i propri pannelli non è sufficiente a coprire le tue esigenze energetiche all’interno della casa, motivo per cui attingi alla rete elettrica nazionale tramite il contratto stipulato con uno degli operatori in circolazione. In questo caso, naturalmente, all’importo che pagherai per i consumi energetici dovrai aggiungere i costi della manutenzione, le tasse ecc. Per questa ragione, e per compensare le immissioni che il tuo impianto garantisce alla rete elettrica, la legislazione ti tutela tramite il meccanismo dello scambio sul posto, una sorta di rimborso che lo Stato ti garantisce sulla base della differenza immissioni/prelievi nella rete.

Come viene riconosciuto

A questo punto, una volta compreso il principio alla base di questo meccanismo, non resta che provare a capire come viene attribuito e quali sono i procedimenti che portano a ricevere questo contributo. Per comprendere questo, devi sapere che lo scambio sul posto è a tutti gli effetti un contributo erogato dal GSE, ovvero dall’ente incaricato della gestione dei servizi elettrici. Contrariamente a quanto la dicitura “scambio sul posto” possa far pensare, infatti, non si tratta di un vero e proprio scambio, ma di un rimborso che avviene in un secondo momento rispetto a quello in cui si paga la bolletta con il proprio operatore elettrico. Il GSE, sulla base dei dati emersi dalla lettura dal contatore di scambio, provvederà a quantificare l’entità del rimborso da attribuirti. Attenzione, però, perché non è tutto così semplice come sembra, soprattutto al momento della lettura dei consumi: alla base dello scambio sul posto, infatti, non è da considerarsi tanto la quantità di energia in ballo, quanto il valore economico di essa. Per questo motivo il contributo che ti sarà erogato è il risultato di un complesso calcolo del valore economico dell’energia immessa su quella prelevata dalla rete.

Scambio sul Posto
Scambio sul Posto

Come avere il massimo beneficio

Poiché l’importo del rimborso non è mai corrispondente al 100% delle eccedenze, ovvero del surplus di immissioni rispetto ai prelievi dalla rete elettrica, il modo più conveniente di sfruttare l’impianto è cercare di sfruttare quanta più energia possibile per l’autoconsumo, e limitare parallelamente i prelievi dalla rete tramite il proprio operatore. La legislazione, infatti, non prevede il rimborso di alcune spese come le tasse e gli oneri con il proprio operatore energetico, per cui nello scambio non riuscirai mai ad avere esattamente la cifra che ti spetterebbe dal surplus prelievi/immissioni.

In definitiva, per sfruttare con massima efficienza il proprio impianto, bisogna fare uno studio elaborato dei propri consumi su base annua così come su base giornaliera. Lo scenario che avrai di fronte dopo aver completato l’analisi sarà a grandi linee questo: se i tuoi consumi sono irregolari (momenti di consumo extra alternati a periodo di basso consumo), il meccanismo dello scambio sul posto ti garantisce un minimo ma utile ritorno delle eventuali eccedenze di immissioni. Viceversa, per poter fare a meno dello scambio sul posto devi dotarti di un sistema con cui evitare di legarti ad un operatore di energia elettrica, ovvero per essere totalmente autosufficiente. In tal caso la soluzione ottimale è l’installazione di batterie di accumulo, che permettono di evitare lo spreco nelle fasi di eccedenza, così come di avere energia in più nei momenti di insufficienza di produzione.

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